Approfondimenti e Curiosità 

di Ezio Bassano

(E' un onore condividere con voi il lavoro di ricerca, approfondimenti e curiosità messo a disposizione da Ezio Bassano. Grazie di cuore)

COME SI LEGGE IL PEDIGREE  

Il Pedigree è un documento ufficiale rilasciato dall'ENCI che attesta e certifica l'iscrizione del cane ai libri genealogici che fornisce:
1. Il numero d'iscrizione ROI (Registro Origini Italiano)
2. I dati anagrafici del cane (razza-nome-sesso-data di nascita-colore del mantello-tatuaggio o microchip-genealogia)
3. L'allevatore
4. I nominativi d'eventuali nuovi proprietari
In sostanza è una sorta di "carta d'identità" del nostro cane dove, oltre a tutti i suoi dati identificativi, è riportata la genealogia sotto forma di "albero" verticale, fino ai trisnonni, gli eventuali titoli degli antenati ed eventuali esami sanitari; perciò è una certificazione dell'appartenenza del soggetto ad una razza pura.

Nella parte superiore troviamo tutti i dati identificativi del cane (gruppo di appartenenza della razza, numero di iscrizione al Registro delle Origini Italiano ROI, data di iscrizione, nome del cane, data di nascita, sesso, razza, numero di microchip, colore del mantello, allevatore). Nelle note in alto a destra vengono riportati i timbri ufficiali per displasia e dna. Segue la genealogia del soggetto con a fianco tutti i titoli degli avi (ove ci siano), con una semplice legenda esplicativa a fondo pagina. L'ultima sezione serve per indicare la proprietà del cane; normalmente, se l'allevatore registra la cucciolata prima che voi prenotiate il cucciolo, il pedigree arriverà a nome dell'allevatore che dovrà consegnarvelo dopo averlo firmato (firma cedente) e successivamente spetterà a voi recarvi in un'ufficio E.n.c.i. per effettuare la voltura a vostro nome.

A COSA SERVE IL PEDIGREE?
Il fatto che un cane abbia il pedigree non significa che sia necessariamente un cane da esposizione, ma semplicemente che è figlio di soggetti con pedigree. Esso è comunque una garanzia della rintracciabilità dei soggetti e della serietà dell'allevatore, che paga le tasse e rispetta i regolamenti ENCI in questioni relative alle condizioni di benessere e salute dei propri cani, impegnandosi a far riprodurre cani sani, privi di malattie manifeste e patologie ereditarie, a non far riprodurre femmine troppo giovani o troppo anziane e rispettare i calori di riposo, ecc.

QUAL E' L'ITER DEL PEDIGREE?
Il Modello A ed il Modello B sono i documenti che il proprietario della fattrice, nonchè allevatore della cucciolata, deve inviare all'ENCI entro termini di tempo prestabiliti per ottenere il pedigree per i cuccioli. Il Modello A è la Denuncia di Monta che va inviata entro 25 giorni dalla nascita dei cuccioli e va controfirmata sia dall'allevatore sia dal proprietario dello stallone. Descrive più che altro i dati dei due genitori e dei due proprietari, nonchè la data dell'accoppiamento ed il numero di cuccioli nati. Se il modello A non viene inviato entro i tempi, la cucciolata non avrà più la possibilità di essere iscritta ed i cuccioli saranno senza pedigree anche se figli di cani puri. Il modello B è la Denuncia di Cucciolata e va inviato invece entro i tre mesi dalla nascita (a differenza del mod. A però, ci possono essere ritardi nella presentazione, pagando una penale). Descrive brevemente di nuovo i dati dei due genitori, i dati del solo proprietario della fattrice (il proprietario del maschio è citato ma non deve più firmare) ed in particolare tutti i dati dei cuccioli con i relativi nomi, descrizioni, microchip, sesso, eventuali dati dei nuovi proprietari ecc. Questo perchè l'allevatore può decidere se iscrivere i cuccioli già a nome del nuovo proprietario o iscriverli a suo nome e poi "girare" il pedigree prima di inviarlo al nuovo proprietario.

 

STANDARD DEL JACK RUSSELL TERRIER


Questo potrebbe servire per poter avere un quadro oggettivo del proprio cane e imparare a vederlo in modo critico. So che per ognuno di noi il nostro cane è il più bello del mondo ma imparare a guardarlo e capire i suoi pregi e i suoi difetti, ritengo sia fondamentale.
L'amore non ha nulla a che vedere con l'esame oggettivo del cane, un cane si ama a prescindere, difetti o non difetti ma alcuni difetti strutturali possono andare a discapito anche della sua salute fisica, per cui bisognerebbe imparare a conoscerli e vederli nel proprio cane.
PRECISAZIONE: il cane perfetto non esiste ma se si avvicina di molto allo standard sarà un cane sano (sotto alcuni aspetti) e armonioso, cioè bello anche da vedere.
Aspetto generale: terrier da lavoro (creato per svolgere un lavoro, nel caso del jack per la caccia in tana), forte, attivo, agile, di grande carattere (un cane molto coraggioso, sempre in movimento, molto agile e veloce, con uno spiccato carattere venatorio), con corpo flessibile di media lunghezza (il suo corpo è molto flessibile, così non fosse non potrebbe infilarsi nelle tane dei selvatici, tane che spesso, sono cunicoli molto stretti e tortuosi). Il suo movimento si accompagna alla vivace espressione (il movimento del jack deve essere sempre molto allegro e l'espressione deve essere sempre attenta). Il pelo può essere liscio, broken o ruvido.
Temperamento: è un terrier pieno di vita, attento e attivo, con un’espressione vivace e intelligente. Deciso e fiero, amichevole ma discretamente riservato (questo punto credo sia molto chiaro).
Importanti proporzioni per lo standard (le proporzioni sono fondamentali nel jack per poter svolgere al meglio il suo lavoro):
a)nell’insieme il cane è più lungo che alto (il jack si deve inserire in un rettangolo ideale, a differenza del suo cugino Parson inserito in un quadrato)
b)l’altezza del corpo misurata dal garrese ( Il garrese è il punto più alto del dorso, tra il collo e il tronco si trova nella zona di incontro tra collo e scapole) allo sterno dovrebbe essere eguale alla lunghezza dell’arto anteriore misurato dal gomito al terreno
c)la circonferenza toracica misurata a livello dei gomiti dovrebbe misurare circa 40-43 cm.( In gergo cinofilo il cane deve essere spannabile, cioè si deve prendere il cane tra le mani nel punto indicato sopra e, pollici e mignoli, devono potersi toccare).
d)Regione del cranio: Cranio: il cranio dovrebbe essere piatto e leggermente largo e restringersi gradualmente verso gli occhi, e si assottiglia in un muso pieno (guardando il jack di fronte si dovrebbe avere l'impressione che testa e muso formino un triangolo).
e)Stop ( lo stop è il salto tra la fronte e naso al livello degli occhi, e comprende il naso e la bocca) ben definito, ma non molto pronunciato.
f)Regione facciale:
Tartufo: nero.
Muso: La distanza tra lo stop e la punta del tartufo dovrebbe essere leggermente più corta rispetto a quella che va dallo stop all’occipite ( detta anche protuberanza occipitale, cioè la nuca del cane)
Labbra: aderenti e pigmentate di nero.
Mandibole e dentatura: molto potenti, con muso profondo, largo e forte. Forte dentatura con chiusura a forbice (quando i canini superiori antecedono leggermente, ed esternamente, i canini inferiori. Il canino mandibolare si posiziona nello spazio fra il canino ed il terzo incisivo mascellare; i premolari superiori ed inferiori, inoltre, si interdigitano fra loro senza entrare in contatto).
Occhi: piccoli, scuri, con un’espressione vivace. Non devono essere prominenti e le palpebre dovrebbero essere ben aderenti. La rima palpebrale dovrebbe essere nera. gli occhi sono a forma di mandorla.
Orecchie: ripiegate in avanti, di buona consistenza e grande mobilità (orecchie a V e la piega non deve essere troppo alta, dovrebbe essere quasi in linea retta con il cranio). Guance: i masseteri (mandibole), dovrebbero essere ben sviluppati
g)Collo: forte e asciutto, che si raccorda con la testa che deve essere portata con fierezza.
H)Corpo: Aspetto generale: rettangolare
Posteriore: è a livello della linea superiore (quindi non scende come ad esempio nel PT). La lunghezza misurata dal garrese all’attaccatura di coda è leggermente superiore della misura dal garrese al terreno.
Rene: dovrebbe essere corto, forte e ben muscoloso (per rene si intende il fianco posteriore del cane).
Torace: torace profondo quasi quanto largo, con buon distacco dal terreno, permettendo allo sterno di essere localizzato a mezza altezza tra il terreno e il garrese. Le coste dovrebbero uscire dalla colonna vertebrale appiattendosi sui lati, cosicché la circonferenza toracica appena dietro ai gomiti può essere misurata con due mani congiunte a spanna (circa 40-43 cm).
Sterno: la punta dello sterno evidente davanti alle scapole.
Coda: può essere abbassata a riposo. Quando si muove, dovrebbe essere eretta le code arricciate o che poggiano sulla schiena sono da ritenersi difetto).
Arti:
Arti anteriori: Spalle: ben inclinate all’indietro e non appesantite da muscolatura evidente (quindi non deve eccedere in muscolatura. Una muscolatura troppo evidente ed eccessiva va a discapito dell"armoniosita' del cane)
Zampe: con ossatura diritta, dalla punta del gomito al piede
Braccio: con sufficiente lunghezza e angolazione per assicurare che i gomiti siano situati sotto al tronco (i gomiti non devono sporgere di lato).
Arti posteriori: forti e muscolosi, equilibrati in proporzione alle spalle.
Ginocchia: ben angolate. Metatarsi: paralleli se visti da dietro e da fermo. Garretti: corti
Piedi: rotondi, forti, con cuscinetti plantari spessi, non larghi, con dita moderatamente arcuate, non ruotate né in dentro né in fuori (i piedi devono essere in linea con la zampa. Un piede che sporge in fuori o in dentro si chiama mancino e costituisce difetto. Il difetto del mancinismo non è solo un problema estetico ma può provocare al cane molti problemi di natura clinica in età avanzata).
Andatura e movimento: decisa, sciolta e saltellante ( per saltellante non si intende il "saltello" che molti, erroneamente, nominano come caratteristica del jack, per saltellante si intende "andatura allegra")
Mantello: il pelo puo’ essere liscio, broken o ruvido. Deve essere impermeabile e di buona tessitura.
Colore: il bianco deve predominare su macchie nere, tan o marroni (di norma il jack dovrebbe avere almeno 51% di predominanza di bianco).
Taglia e peso: altezza ideale: da 25cm (10 ins) a 30 cm (12 ins.). Peso: è equivalente a 1 Kg ogni 5 cm di altezza, per esempio, un soggetto alto 25 cm dovrebbe pesare approssimativamente 5 Kg, e uno di 30 cm dovrebbe pesare 6 Kg (i pesi indicativi. Possono comunque variare in base alla morfologia del cane. La tolleranza in eccesso, comunque, è di 1kg).
Difetti: qualsiasi deviazione dai punti sopra citati dovrebbe essere considerata difetto e l’importanza con cui il difetto dovrebbe essere considerato dovrebbe essere proporzionato al suo grado. Tuttavia i seguenti difetti dovrebbero essere particolarmente penalizzati:
-mancanza delle caratteristiche “terrier”;
-mancanza d’armonia; per esempio, estremizzazione di ogni caratteristica;
-movimento strascicato o disarmonico;
-labbra pendule.
Nota: i maschi dovrebbero avere due testicoli apparentemente normali, perfettamente discesi nello scroto.

IL PELO DEL JACK RUSSELL TERRIER


Premettendo che il mantello definitivo di un Jack Russell Terrier generalmente si sviluppa completamente intorno all'età di 6-9 mesi, comunque è importante notare che la crescita e lo sviluppo del mantello possono variare da un individuo all'altro, quindi alcuni Jack Russell potrebbero impiegare un po' più di tempo per raggiungere il loro mantello definitivo.
Esistono 3 tipi di mantello nel Jack Russell: Liscio, Ruvido e Broken.
Il pelo liscio è corto e fitto. La sua lunghezza non dovrebbe superare i 2,5 cm (1 pollice), ed è uniforme su tutto il corpo, è liscio, dritto e molto aderente al corpo. Non è né ruvido né ondulato, ma piuttosto morbido al tatto.
Nonostante il pelo sia corto, può avere un sottopelo leggero che lo aiuta a mantenere una temperatura corporea adeguata.
La manutenzione del mantello a pelo liscio di un Jack Russell Terrier è relativamente semplice. Richiede solo spazzolature regolari per rimuovere i peli morti e una pulizia occasionale.
Il Jack Russell Terrier a pelo Ruvido ha un mantello che presenta alcune differenze notevoli rispetto al suo omologo a pelo liscio.
Il pelo è più lungo e ruvido e la sua lunghezza può variare, ma generalmente si attesta tra 3 e 5 cm (circa 1-2 pollici) su tutto il corpo.
Le macchie colorate, come il nero, il marrone e l'arancione, sono spesso più diffuse sulla testa, le orecchie e la base della coda.
Il pelo ruvido è, come suggerisce il nome, più spesso e irregolare rispetto al pelo liscio. Ha una texture ruvida e può sembrare un po' disordinato. È anche più ispido al tatto.
Un tratto distintivo del Jack Russell Terrier a pelo ruvido è la presenza di una barba folta intorno al muso e delle sopracciglia prominenti.
Anche se il pelo ruvido è più lungo, può avere un sottopelo leggero che contribuisce a mantenerlo caldo nelle stagioni fredde.
A differenza del pelo liscio, il pelo ruvido richiede una maggiore cura. È importante spazzolare regolarmente il mantello per prevenire l'annodamento e la formazione di tappeti. La pulizia e la toelettatura (stripping) periodiche possono essere necessarie per mantenere il mantello in buone condizioni.
Il mantello Broken ha una variazione interessante rispetto ai tipi di pelo liscio e ruvido.
Il mantello è intermedio tra il pelo liscio e il pelo ruvido. La lunghezza del pelo è solitamente di circa 2,5-4 cm (circa 1-1,5 pollici) su tutto il corpo.
Il mantello è caratterizzato da una texture più irregolare rispetto al pelo liscio, ma è meno ispido e ruvido rispetto al pelo ruvido. Si presenta come un compromesso tra i due, con una sensazione di "spezzato" o "misto".
Come nei Jack Russell Terrier a pelo ruvido, il mantello può presentare una barba intorno al muso e sopracciglia prominenti.
Anche se meno pronunciato rispetto al pelo ruvido, il mantello può avere un sottopelo leggero per aiutare a regolare la temperatura corporea del cane.
La manutenzione del mantello Broken richiede meno lavoro rispetto al pelo ruvido ma più attenzione rispetto al pelo liscio. È importante spazzolare regolarmente per rimuovere i peli morti e prevenire l'annodamento. La toelettatura periodica può essere necessaria per mantenere il mantello in buone condizioni.

LA SOCIALIZZAZIONE DEL CUCCIOLO

Nella vita di un cucciolo esiste un periodo molto importante ed inizia molto presto, la terza settima ne costituisce l'inizio. Questa settimana è chiamata "di transizione". Il cucciolo sviluppa i suoi sensi, inizia a tenersi sulle quattro zampe, a seguire la madre e a giocare con i fratellini.
In etologia (disciplina biologica che studia le abitudini e i costumi degli animali e l'adattamento delle piante all'ambiente) la fase che va dalla 3° alla 12° settimana di vita viene chiamata "fase dell'imprinting". Questo è il periodo in cui si manifesta la loro innata capacità di apprendimento e tutto quello che il cucciolo vive in questo periodo viene da lui appreso indelebilmente.
E' il periodo, quindi, in cui il cucciolo deve venire in contatto con determinati stimoli, imparare a riconoscerli e allenarsi a reagire ad essi in maniera appropriata. Se ciò non accade, una parte della sua capacità di riconoscere stimoli esterni si atrofizzerà e, da adulto, non saprà identificarli e non sarà quindi in grado di comportarsi adeguatamente. Come conseguenza di tale lacuna nella sua esperienza di crescita, da adulto, di fronte a stimoli esterni per lui sconosciuti, avrà paura e tale emozione potrà anche portarlo a reazioni aggressive.
La mamma è il primo punto di riferimento del cucciolo. Alla nascita e nelle sue prime settimane è fonte di nutrimento e calore, essenziali alla sua sopravvivenza. Per il cucciolo la mamma diventa quindi il suo "leader" ed il suo modello: lei è quella da seguire, da imitare, da cui imparare e al cui richiamo rispondere.
Nella fase dell'imprinting la madre insegna al cucciolo le regole su cui si basa la vita sociale. Essendo il cane un animale da branco, è ovvio che tale apprendimento è per lui essenziale. Con ringhi o scrollatine, la madre gli fa capire che non tutto si può fare: per esempio, non si ruba il cibo degli altri e non si feriscono in malo modo i fratellini.
L'insegnamento impartito dalla madre, sia con l'esempio sia con i "rimproveri", trasmette al cucciolo i modelli e i codici di comportamento fondamentali per le relalzioni intraspecifiche: il cucciolo apprenderà, per esempio, che le sue azioni provocano delle reazioni negli altri membri del branco e quindi riuscirà a equilibrare il suo istinto e a gestirlo meglio. Ma apprenderà anche il codice comunicativo vigente nella sua specie: le posture di dominanza e sottomissione, i segnali di aggressività, gli inviti al gioco, i richiami.
Anche il gioco con i fratelli ha un ruolo determinante. A partire dalla 6° settimana di vita i cuccioli giocano tra loro nascondendosi l'uno all'altro, inseguendosi e "lottando": i loro modi di giocare sono rituali ludici che preludono all'inseguimento e alla cattura delle prede che attueranno da adulti. Solo giocando si può imparare, perché nel gioco non c'è punizione né mai una reale "perdita": il gioco è, per così dire, un allenamento "protetto" alla realtà. Lottando "per gioco" i cuccioli imparano anche che la struttura del branco si basa sui ruoli assunti da ciascuno appartenente ad esso e apprendono l'esistenza di individui dominanti e di individui sottomessi e che a tali ruoli attengono atteggiamenti e comportamenti precisi.
La permanenza del cucciolo con la madre ed i fratellini dovrebbe durare il più a lungo possibile (almeno 60 nascondendosi). E' grazie alla madre e ai fratelli che il cucciolo impara "ad essere un cane".
Quando il cucciolo arriva a casa, in genere non ha terminato il periodo di socializzazione. Spetta a noi quindi continuare ad "educarlo", stimolarlo e insegnargli le regole del nuovo branco (su questo punto vorrei fare un appunto importante: il cucciolo PUÒ e DEVE uscire anche se non ha completato il ciclo vaccinale, ovviamente in ambienti protetti e a contatto con suoi simili sicuri, negargli questa possibilità tenendolo relegato in casa vuol dire fargli perdere per sempre l'occasione per una perfetta socializzazione). Per la mente di un cane il branco è la formazione composta da un minimo di due individui.
Innanzitutto, il cucciolo deve apprendere che il leader nel suo nuovo branco senza alcun dubbio siamo noi.
Ma questo non basta, perché oltre ai suoi simili e a noi, c'è un mondo pieno di esseri e cose che il cucciolo deve e vuole conoscere. Dobbiamo arricchire il suo ambiente e la sua quotidianità di stimoli: incontri con altri esseri umani, nel suo territorio e in territori diversi dal suo; fargli vivere trasferte in mezzi di trasporto vari; portarlo in spazi verdi dove incontrare altri cuccioli e cani adulti; fargli avvicinare e conoscere esemplari di altre specie, frequentare con lui luoghi urbani diversi, più o meno affollati, più o meno rumorosi...
E' importante, nondimeno, che il cucciolo giochi spesso con noi e che siano stimolati in lui l'olfatto ed il tatto. Il cucciolo va quindi accarezzato e toccato spesso proprio per permettergli di instaurare un rapporto anche fisico con il suo umano. Questo rafforzerà il suo legame con noi e gli renderà più familiare l'essere manipolato anche da adulto e, quindi, essere visitato dal veterinario. Spesso l'iperaggressività dei cani dipende proprio dal fatto che sono cresciuti in ambienti isolati.
Il cane, attraverso liberi incontri con altri individui prende, fin da cucciolo, le misure di sé e degli altri. La sua mente accumula esperienze formative fondamentali.
Naturalmente, tutto va fatto con dolcezza e gradualità, ma costantemente, ricordandosi quanto nella vita di un cane sia breve l'infanzia e quanto sia straordinariamente determinante per lui tutto quello che vive e conosce in ogni, preziosissimo giorno di essa, per poter vivere da adulto una vita serena insieme a noi e in mezzo agli altri.

Quando può uscire un cucciolo?

Portare un cucciolo a uscire di casa già subito dopo il primo vaccino è una pratica ormai consigliata, oltre che dagli esperti, anche dai veterinari. Questa raccomandazione ha basi scientifiche ed etologiche ben precise, poiché le prime settimane di vita del cane sono cruciali sia per il suo sviluppo sociale che per l'apprendimento comportamentale.
Dal punto di vista etologico, il cucciolo attraversa una "finestra di socializzazione" tra le 3 e le 12 settimane di vita, periodo in cui il cane è particolarmente ricettivo alle esperienze e agli stimoli esterni. In questo arco di tempo, l’esposizione a persone, animali, oggetti, suoni e ambienti nuovi è determinante per permettere al cane di crescere equilibrato, sicuro e socievole. Rimandare l'esposizione agli stimoli esterni, al contrario, può creare cani più timorosi o addirittura aggressivi in età adulta, poiché questi non hanno avuto modo di sviluppare una base di fiducia e abitudine nei confronti del mondo.
In questo senso, le uscite permettono di evitare la neofobia, ovvero la paura del nuovo, che si manifesta nei cani poco esposti al mondo esterno durante la fase sensibile dello sviluppo e di sviluppare competenze sociali. L'interazione con altri cani, persone e anche con ambienti diversi aiuta il cucciolo a leggere i segnali sociali e a gestire meglio situazioni di interazione.
Dal punto di vista fisiologico, le uscite fuori casa aiutano il cucciolo a iniziare a comprendere il concetto di routine igienica e a regolarizzare i propri bisogni fisiologici. I cani hanno una naturale predisposizione a non sporcare nell’area in cui riposano o mangiano; tuttavia, senza uscite regolari, il cucciolo non avrà possibilità di apprendere quando e dove sia corretto fare i propri bisogni. Iniziare presto con le uscite, quindi, facilita notevolmente l’addestramento allo sporcare fuori, riducendo lo stress sia per il cucciolo che per il proprietario.
Uno dei motivi principali per cui molti proprietari esitano a portare il cucciolo fuori subito dopo il primo vaccino è la paura del rischio di contrarre malattie. Tuttavia, la moderna pratica veterinaria ha sviluppato protocolli di vaccinazione che permettono di iniziare le uscite in sicurezza già dopo il primo vaccino, a patto di prendere alcune precauzioni: scegliere ambienti sicuri, evitando aree molto frequentate da cani di cui non si conosce lo stato di salute.
Evitare il contatto con feci e urine di altri animali.
Limitare le interazioni con cani non vaccinati o di cui non si conoscono le condizioni sanitarie.
In questo modo, è possibile bilanciare la necessità di socializzazione e sviluppo con il contenimento del rischio sanitario.
Portare fuori il cucciolo già dopo il primo vaccino è, dunque, una scelta motivata dall’etologia e dalla fisiologia canina. Le uscite permettono al cane di sviluppare competenze sociali e di stabilire una routine per i bisogni fisiologici, due aspetti fondamentali per un cane adulto equilibrato e ben inserito nel contesto urbano. Prendendo le giuste precauzioni, si può favorire il benessere psicofisico del cane fin dalle prime settimane, aiutandolo a crescere in modo armonioso e sicuro.

 

Abituare il cucciolo al collare... 

è uno dei primi passi nell'educazione di un cane e rappresenta un momento importante per il suo inserimento in una routine che lo accompagnerà per tutta la vita. Questa fase può sembrare semplice, ma richiede attenzione, pazienza e un approccio graduale. Un collare non è solo uno strumento per il controllo, ma anche un elemento che simboleggia la relazione tra il cane e il suo proprietario, la sua libertà di esplorare in sicurezza il mondo circostante.
Prima di tutto, è fondamentale scegliere il collare adeguato. Per un cucciolo, meglio optare per un collare leggero e morbido, di un materiale come il nylon o la pelle, che non sia troppo rigido e che non provochi irritazioni alla pelle delicata del cucciolo. La misura del collare è altrettanto importante: dovrebbe essere regolabile e aderire bene senza stringere, lasciando lo spazio per far passare due dita tra il collare e il collo del cucciolo. In questo modo, il cucciolo potrà sentirsi a proprio agio, ma senza rischiare di sfilarlo.
Un ottimo modo per iniziare è far conoscere al cucciolo l’oggetto stesso. Prima di metterglielo, lasciare che lo annusi e lo osservi. Il cucciolo è per natura curioso e questo passaggio gli permette di acquisire confidenza con il collare. Lasciare che interagisca con esso in un contesto positivo, magari mettendolo accanto ai suoi giochi o offrendogli qualche bocconcino mentre lo osserva. Questo crea un’associazione positiva fin dall’inizio.
Il primo contatto tra il collare e il cucciolo dovrebbe essere molto delicato. Iniziare mettendoglielo per brevi periodi, magari durante momenti della giornata in cui è distratto e rilassato, come dopo un pasto o durante un momento di gioco tranquillo. Allacciare il collare e distrailo subito con un’attività che gli piace, come un gioco o una coccola. Se il cucciolo cerca di grattarsi o di togliersi il collare, ignorarlo e cercare di distrarlo con qualcosa di divertente.
All'inizio il cucciolo potrebbe sentirsi infastidito e cercare di toglierselo. Questa è una reazione normale e non deve preoccupare. Non togliere il collare se si lamenta o cerca di toglierlo con le zampe; piuttosto, cercare di distogliere la sua attenzione in modo positivo.
Nei primi giorni, lasciare il collare per pochi minuti e poi rimuoverlo. Man mano che il cucciolo si abitua, aumentare gradualmente il tempo in cui lo indossa, sempre accompagnandolo con rinforzi positivi, come bocconcini o coccole. Dopo circa una settimana, si dovrebbe essere in grado di lasciargli il collare per periodi più lunghi, fino a raggiungere un’intera giornata.
Ogni volta che si mette il collare, cercare di rendere l’esperienza positiva per il cucciolo. Associare l’azione a un momento piacevole come una passeggiata o il gioco. Così facendo, il cucciolo inizierà a vedere il collare come qualcosa di positivo e a non considerarlo come un peso. Questo metodo è fondamentale per ottenere un’abitudine serena e duratura.
Un buon esercizio per associare il collare a momenti positivi è quello di farglielo indossare quando è il momento di mangiare. Mettere il collare, dargli la ciotola e poi toglierlo una volta che ha finito, soprattutto nelle prime settimane. Così, ogni volta che vede il collare, penserà al momento del pasto e sarà contento di indossarlo.
Dopo che il cucciolo si è abituato a portare il collare senza stress, si può iniziare a introdurre il guinzaglio. Anche in questo caso, è importante procedere gradualmente. Attaccare il guinzaglio al collare e lasciarlo penzolare, così che il cucciolo si abitui a sentire un peso diverso senza essere forzato a seguirci. Si può anche lasciarlo giocare con il guinzaglio attaccato per qualche minuto, sempre sotto sorveglianza.
Dopo qualche giorno, iniziare a camminare lentamente con il guinzaglio, attirandolo con premi o un giocattolo, affinché si abitui a seguirci senza tirare. All'inizio, non pretendiamo che cammini al nostro fianco perfettamente; lasciamo che esplori il terreno con il guinzaglio libero, premiandolo quando non oppone resistenza.
È possibile che alcuni cuccioli mostrino un po' di resistenza all'idea del collare, specialmente se sono particolarmente sensibili. In questi casi, pazienza e gradualità sono essenziali. Evitare di forzare il cucciolo e non facciamoci vedere frustrati se ci mette un po’ di tempo in più. Ogni cane ha i suoi tempi: continuare a offrire rinforzi positivi e, nel caso in cui il cucciolo sembri particolarmente nervoso, provare a lasciarlo senza collare per qualche ora, prima di riprendere con l’approccio graduale.
La routine è importante per abituare il cucciolo a qualsiasi cosa, incluso il collare. Assicuriamoci di avere un orario fisso per la messa e la rimozione del collare ogni giorno, come quando si esce per una passeggiata o durante il gioco in giardino. La coerenza aiuta il cucciolo a capire che il collare fa parte della vita quotidiana e a considerarlo come qualcosa di normale e non invasivo.
Non premere mai il collare con forza sul cucciolo, soprattutto nelle prime fasi. Se il cucciolo lo associa a una sensazione di disagio o costrizione, sarà più difficile abituarlo.
Mai sgridare il cucciolo se cerca di togliersi il collare. Ignorare questo comportamento e premiare solo quando è calmo.
Non utilizzare collari troppo pesanti o rigidi: potrebbero essere scomodi e rendere più difficile l’adattamento.
Evitare di strattonare il guinzaglio durante le prime passeggiate. I primi passi devono essere piacevoli, per cui cercare di camminare piano e senza pressioni.
Ogni cucciolo è diverso e risponde in modo diverso ai nuovi stimoli. Alcuni si abituano al collare in pochissimo tempo, mentre altri richiedono più pazienza. È importante osservare i segnali del cucciolo: se sembra a disagio, ansioso o stressato, ridurre i tempi e procedere più lentamente. Al contrario, se notiamo che è sereno e non presta attenzione al collare, si può aumentare il tempo e introdurre il guinzaglio con maggiore sicurezza.
Abituare il cucciolo al collare è un processo che richiede calma, dolcezza e costanza. Procedendo a piccoli passi e rispettando i tempi del cucciolo, riusciremo a rendere questa esperienza positiva e a prepararlo a una vita serena in compagnia del suo collare e guinzaglio. Ricordiamo sempre che l’educazione del cucciolo è un percorso fatto di scoperte, dove ogni conquista, anche la più piccola, è un passo avanti nella costruzione di una relazione basata sulla fiducia e sul rispetto reciproco.

Come educare un cucciolo di Jack Russell

Leggo spesso commenti del tipo "se il tuo cane sbaglia sgridalo", "se il cucciolo usa i denti sgridalo", fino addirittura "usa il giornale arrotolato e dagli una pacca sul sedere".
Molte persone, pur con buone intenzioni, utilizzano ancora pratiche punitive per educare i propri cani, pensando che questo sia un modo efficace per insegnare loro ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Tuttavia, dal punto di vista scientifico e etologico, si tratta di metodi non solo obsoleti, ma spesso dannosi, sia per il benessere del cane sia per il rapporto con il proprietario.
Sgridare o punire fisicamente un cane ha poco a che fare con l'insegnamento. I cani non associano i rimproveri o le punizioni con il loro comportamento, ma piuttosto con lo stato d'animo e le azioni del proprietario. La nostra comunicazione verbale ha un significato limitato per loro: la tonalità della voce e il linguaggio del corpo trasmettono emozioni, ma non spiegano al cane il motivo della nostra reazione. Sgridarlo o colpirlo con un giornale arrotolato potrebbe creare paura e stress senza far capire esattamente qual è l’azione da evitare.
In molti casi, i metodi punitivi rischiano di innescare una reazione di difesa o di stress nel cane.
Il cane può sviluppare paura non solo verso il proprietario, ma anche verso l'ambiente e le situazioni in cui si sente vulnerabile.
Alcuni cani, per difendersi o per paura, possono rispondere con aggressività. La punizione genera frustrazione e il cane può reagire con morsi o comportamenti di sfida.
Quando il cane è spaventato o stressato, si abbassano le sue capacità di apprendimento. Il cervello del cane sotto stress, infatti, è meno predisposto a recepire informazioni nuove e a fare associazioni positive.
Un approccio molto più efficace e umano per l'educazione del cane è il rinforzo positivo, cioè premiare i comportamenti corretti piuttosto che punire quelli sbagliati. Questo metodo si basa sul principio che i comportamenti che portano una conseguenza piacevole tendono a ripetersi. Se, ad esempio, un cucciolo impara che sedersi davanti a una persona gli porta una carezza, un bocconcino o un complimento, sarà più propenso a farlo ancora.
In pratica, il rinforzo positivo crea una motivazione interna per il cane, che apprende che certi comportamenti portano benefici e li ripete volontariamente.
Nel caso specifico del cucciolo che morde, è utile capire che il mordicchiare fa parte del suo sviluppo e del suo apprendimento. I cuccioli esplorano il mondo con la bocca, e spesso mordono per gioco o perché stanno mettendo i denti. Invece di sgridarlo, si possono adottare metodi educativi che permettano al cucciolo di imparare a dosare la forza del morso e a dirigere questa energia in attività più adeguate. Ad esempio: offrire al cucciolo un giocattolo o un osso da masticare, se morde troppo forte, interrompere il gioco e ignorarlo per alcuni secondi, facendogli capire che in quel modo non ottiene attenzioni,
ogni volta che usa i denti in modo controllato o accetta il giocattolo, premiarlo per rinforzare il comportamento adeguato.
L'educazione di un cane non riguarda solo l'insegnamento di regole, ma anche la costruzione di un rapporto di fiducia. Utilizzare metodi coercitivi mina questa fiducia e impedisce al cane di vedere il proprietario come un punto di riferimento sicuro. Al contrario, un approccio rispettoso e positivo costruisce una base solida di fiducia, essenziale per una relazione duratura e soddisfacente.